Gino Bartali

GINO BARTALI (1914 - 2000)  Campione di ciclismo

Gino BartaliIl bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca.

 

 

 

 

 

Biografia
 
Gino Bartali, nato a Firenze nel 1914, è stato un famoso campione di ciclismo, vincitore di tre Giri d’Italia (nel 1936, 1937 e 1946) e due Tour de France (nel 1938 e 1948).
 
Bartali era un devoto cattolico, ed era molto legato all'Arcivescovo Angelo Elia Dalla Costa (riconosciuto come Giusto tra le Nazioni nel 2012). Di conseguenza, dopo l'occupazione tedesca in Italia nel settembre 1943, Bartali - che era un corriere della Resistenza - giocò un ruolo molto importante nel salvataggio degli ebrei da parte della Delegazione per l’assistenza agli immigrati (DELASEM), rete avviata dallo stesso Dalla Costa e dal rabbino Nathan Cassuto.
 
Bartali, che per allenarsi era noto coprire grandi distanze, trasportava documenti falsi nel manubrio e nella sella della sua bicicletta, e poi li consegnava alle famiglie dei perseguitati tra Firenze e Assisi. Quando veniva fermato e perquisito, chiedeva espressamente che la bicicletta non venisse toccata, giustificandosi dicendo che le diverse parti del mezzo erano state attentamente calibrate per ottenere la massima velocità.
 
Sono diverse le testimonianze dell’opera di salvataggio di Bartali. Prima tra tutte quella di Giulia Donati, una donna fiorentina che dal 1974 vive in Israele, a cui Gino consegnò personalmente i documenti falsificati che salvarono tutta la sua famiglia. Un altro testimone, Renzo Ventura, ha dichiarato che, durante l’occupazione nazista, sua madre Marcella Frankenthal Ventura aveva ricevuto documenti falsi dalle mani di Bartali, portati loro dal ciclista per conto della rete di Dalla Costa.
 
Gino Bartali aiutò a salvare anche la famiglia Goldenberg, che il campione incontrò per la prima volta a Fiesole nel 1941. Shlomo, che allora aveva 9 anni, ricorda un incontro con il ciclista e suo cugino Armando Sizzi, amico dei Goldenberg. L’uomo ancora oggi mantiene viva l’immagine di quel momento, anche perché Bartali gli regalò una bicicletta e una sua foto con dedica. Quando più tardi, dopo l'occupazione tedesca, i Goldenberg furono costretti a nascondersi, Bartali offrì loro rifugio in uno scantinato che possedeva in comproprietà con Sizzi. 
 
Ricercato dalla polizia fascista, Bartali sfollò a Città di Castello, dove rimase cinque mesi, nascosto da parenti e amici.
 
Con la sua azione, Bartali ha contribuito al salvataggio di 800 persone fra il settembre 1943 e il giugno 1944. Già medaglia d’oro al merito civile nel 2005, Gino Bartali è stato riconosciuto come Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem il 23 settembre 2013.

 

Fonte: it.gariwo.net

 

SCULTURA PER GINO BARTALI
 
Scultura per Gino Bartali

Noto per il suo legno resistente agli sforzi senza deformarsi, il carpino richiama la volontà di Bartali di non piegarsi alle ingiustizie. Vicino all’albero è stata posta una scultura dinamica, aperta al divenire, incontaminata nella sua trama. Una struttura composta, indeformabile, schietta, potenza e grinta, come il ricordo di Bartali…. “Uomo di indimenticabile schiettezza, semplice nel senso più alto del termine, profondamente amato per la sua purezza”.

E’ un’opera di corrispondenza, relazioni umane e naturali che conciliano la vita di un tempo finito e intercettato e la vita di un tempo indefinito e smisurato.

 

 

 

gino bartali

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