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Farmacia Centro Storico. Serve far chiarezza

ven 16 apr, 2021

Basta disinformazione!

 

Tutte le fasi relative al mancato pagamento del canone di locazione (a oggi 56mila euro) da parte di Guido Bassini, il farmacista che occupa, senza titolo, la farmacia del centro storico.

I fatti:

  • il contratto originale, che fissava il canone a 2.000 euro + IVA al mese è stato firmato nel 2009 (durante la sindacatura Cirillo);
  • il contratto del 2009 riportava il termine “concessione” e non “contratto di locazione”. Essendo un immobile appartenente al patrimonio disponibile del Comune, doveva essere concesso in locazione (con durata fissata per legge in 6 anni + 6) e non poteva essere oggetto di una convenzione (con durata di 4 anni + 4). L’esistenza di un contratto e non di una concessione comunque è stata riconosciuta dagli stessi Bassini che, nel ricorso n. R.G. 1094/2019 proposto dalla farmacia avanti al TAR Lombardia avverso gli atti di determinazione della pianta organica delle farmacie adottata dal Comune, hanno riferito del “canone di locazione” lamentandone la mancata diminuzione;
  • nel 2019, gli uffici comunali hanno preso atto dell’errore dell’individuazione del rapporto in essere dal 2009 (contratto e non convenzione) e hanno proceduto alla sua regolarizzazione;
  • il Tribunale di Milano, su richiesta del Comune, ha emesso il decreto ingiuntivo n. 7471/2020 del 24/06/2020 relativo ai canoni non pagati, allora ammontanti a euro 34.160 (diventati oggi oltre 56.000 euro), dovuti dalla farmacia al Comune a titolo di canoni mensili di locazione per il periodo dall’1.1.2019 al 29.2.2020. Contro detto decreto ingiuntivo i farmacisti hanno proposto opposizione, il Tribunale non ha concesso la sua provvisoria esecuzione e attualmente pende la controversia rubricata presso il Tribunale di Milano al n. R.G. 30820/2020.
  • la farmacia ad oggi, come detto, continua, per propria iniziativa a non pagare alcunché al Comune e dunque alla collettività dei cittadini.

 

Il mancato trasferimento nella sede di via delle Risaie

La Pianta organica del Comune di Basiglio è stata approvata con delibera di Consiglio comunale n.52/1996 ed è sottoposta a revisione ogni due anni negli anni pari in base alle rilevazioni della popolazione residente; che, alla data della sopracitata delibera consiliare, era a Basiglio pari a n. 7.700 abitanti; quella attuale certificata dall’Istat è di 7.949 abitanti. Al momento, la rilevazione non suggerisce una revisione della pianta organica. Via delle Risaie fa parte di un’area fuori dalla competenza della farmacia Bassini. Per consentire il trasferimento, è necessario rivedere la Pianta organica, cosa che il Comune farà non appena vi sarà un aumento della popolazione residente che consentirà l’apertura di una terza farmacia.

Con deliberazione di Giunta comunale n.42 del 2 aprile 2019, per le motivazioni sopra espresse, è stata approvata la pianta organica delle farmacie, ove viene confermato il posizionamento attuale delle due sedi delle farmacie, non ritenendo lo spostamento richiesto da Guido Bassini confacente all’esigenza generale della collettività.

Contro la deliberazione, Guido Bassini ha proposto ricorso al TAR (N. 01094/2019 REG.RIC.) che, nella fase cautelare, il 14 giugno 2019 ha respinto la domanda della farmacia di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato. Nella sua ordinanza cautelare il TAR ha sottolineato “che non è stato evidenziato alcun pregiudizio grave ed irreparabile” corrispondente a un interesse che possa risultare prevalente rispetto a quello pubblico a un’equa e coerente distribuzione del servizio farmaceutico sul territorio; che non risulta documentata l’inadeguatezza, sotto il profilo sanitario, dei locali attualmente sede della farmacia né l’irreperibilità di altri locali all’interno della zona di sua pertinenza”.

Contro la stessa deliberazione comunale, Guido Bassini ha proposto istanza presso l’ATS competente, in data 18 aprile 2019; istanza anche questa rigettata il 7 maggio 2019.

 

L’attuale situazione (aprile 2021)

Un interesse esclusivamente imprenditoriale non può prevalere sull’interesse pubblico e quindi sulla necessità di assicurare la presenza di una farmacia nel centro storico dove è situata dal 2009. Un presidio che l’attuale amministrazione comunale intende garantire per tutte le persone che vivono nella zona, tra cui anche circa 300 anziani. Deve rimanere nel centro storico, anche in locali non di proprietà comunale. 

Inoltre da 2 anni e quattro mesi i farmacisti non pagano l’affitto: circa 56.000 euro oltre Iva e interessi. Soldi sottratti alla collettività e che il Comune poteva utilizzare per far fronte alle richieste di aiuto delle famiglie bisognose e dei commercianti in questo periodo di pandemia.

Non si spiega perché oggi la farmacia Bassini sostenga di essere prigioniera del Comune, perché vincolata a un canone troppo alto che però lei stessa aveva concordato con il sindaco Cirillo nel 2009.

Occorre ricordare:

  1. che, non appena insediata, la Sindaca Lidia Reale ha incontrato la famiglia Bassini dando la più ampia disponibilità a rivedere il canone, basando la nuova offerta su un’analisi svolta con il SUAP, Confcommercio e in linea con i canoni normalmente praticati in centro storico. Proposta che non è stata presa neanche in considerazione poiché la volontà dei gestori è quella di spostarsi in via delle Risaie, in locali più grandi per le loro esigenze imprenditoriali.
  2. che via delle Risaie è fuori dall’area di competenza. I Bassini, contro questa decisione, hanno fatto ricorso al TAR, che per ora ha rigettato, nella fase cautelare, le loro richieste. Attendiamo dunque le decisioni del TAR: se nel merito darà loro ragione e annullerà la decisione comunale, potranno trasferirsi. Se il TAR rigetterà la loro richiesta di annullamento, evidentemente la farmacia deve rimanere dentro la sua area di competenza
  3. diversa cosa è l’ipotesi di un centro di servizi, più volte menzionata dalla famiglia Bassini, che potrebbe essere realizzato ovunque.

L’azione portata avanti nei giorni scorsi dall’avvocato incaricato dall’ente, a tutela dell’interesse pubblico, con la quale viene intimato loro di lasciare i locali del Comune, è la ovvia conseguenza del mancato pagamento da parte dei Bassini al Comune di quanto dovuto. Inoltre, indipendentemente dal pronunciamento del Tribunale ai primi di maggio, i farmacisti attualmente occupano senza titolo uno spazio comunale, non avendo voluto rinnovare il rapporto in essere. Chiunque sa che se non paga e/o continua a utilizzare dei locali senza titolo, non avendo voluto rinnovare il rapporto in essere, si troverà obbligato a pagare e/o verrà sfrattato.

La famiglia Bassini ne ha fatto una questione esclusivamente personale contro il Sindaco. Gli insulti e i continui attacchi, anche politici e su questioni molto diverse dalla vicenda della farmacia ci lasciano allibiti, come lasciano allibiti i moltissimi cittadini che sono al corrente della vicenda.

Tant’è che la farmacia, per nascondere la verità, utilizza elementi non veri, relativi a centri vaccinali Covid19 inesistenti e all’asserita impossibilità di effettuare i tamponi molecolari.

Tutti i tentativi portati avanti dall’amministrazione comunale per riuscire a individuare una soluzione condivisa, sono stati sempre respinti, come la disponibilità a garantire tutto il supporto necessario, compresa la collocazione di una struttura ad hoc per effettuare tamponi e vaccini.

Tra l’altro, il Comune ha già individuato degli spazi per attivare dei centri vaccinali, che sono in attesa di autorizzazione da parte delle autorità sanitarie. Centri che si intende far funzionare in collaborazione con i medici di base e tutto il personale sanitario abilitato compresi i farmacisti.

È assurdo che, dopo che i Bassini hanno minacciato di volersi spostare a Milano 3 city, oggi, con cartelli ingiuriosi affissi sulle vetrine, ribaltino la realtà dei fatti.

Ed è incredibile che i consiglieri di opposizione, tra i quali l’ex sindaco Cirillo, che aveva insediato la farmacia nel centro storico, oggi siano i primi a voler sottrarre questo importante servizio per i residenti della zona e a tutelare gli interessi imprenditoriali di privati che attualmente utilizzano, ma non pagano beni comunali.

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